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I soldati, secondo l'ordine ricevuto, presero in consegna Paolo e lo condussero di notte ad Antipàtride. (Atti degli Apostoli 23, 31)
Entrati a Cesarea consegnarono la lettera al governatore e gli presentarono Paolo. (Atti degli Apostoli 23, 33)
Cinque giorni dopo arrivò il sommo sacerdote Anania con alcuni anziani e un avvocato, un certo Tertullo, i quali si costituirono davanti al governatore come accusatori di Paolo. (Atti degli Apostoli 24, 1)
Paolo fu chiamato e Tertullo cominciò la sua accusa dicendo: "Avendo la fortuna, per merito tuo, di godere di grande pace e fruendo questo popolo di vantaggiose riforme grazie alla tua preveggenza, (Atti degli Apostoli 24, 2)
Paolo, dopo che il governatore gli fece cenno di parlare, rispose: "Sapendo che da molti anni tu sei giudice di questo popolo, di buon animo io mi accingo a difendere la mia causa. (Atti degli Apostoli 24, 10)
E comandò al centurione di tenere Paolo prigioniero, ma di lasciargli una certa libertà e di non impedire ad alcuno dei suoi di rendergli servizio. (Atti degli Apostoli 24, 23)
Alcuni giorni dopo Felice venne con Drusilla sua moglie, che era giudea, fece chiamare Paolo e lo ascoltò parlare della fede nel Cristo Gesù. (Atti degli Apostoli 24, 24)
Sperava persino che avrebbe potuto avere del denaro da Paolo. Perciò spesso lo faceva chiamare per intrattenersi con lui. (Atti degli Apostoli 24, 26)
Ma, trascorsi due anni, Felice ebbe come successore Porcio Festo; e volendo far cosa gradita ai Giudei, Felice lasciò Paolo in prigione. (Atti degli Apostoli 24, 27)
e comparvero davanti a lui i sommi sacerdoti e i principali dei Giudei, portando accuse contro Paolo. Lo pregavano (Atti degli Apostoli 25, 2)
chiedendogli il favore, in odio a Paolo, che lo facesse trasportare a Gerusalemme, per tendergli un agguato e ucciderlo durante il percorso. (Atti degli Apostoli 25, 3)
Festo rispose che Paolo era in prigione a Cesarea e che egli stesso sarebbe partito tra poco: (Atti degli Apostoli 25, 4)