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Saul e tutto Israele udirono le parole del Filisteo; ne rimasero colpiti ed ebbero grande paura. (Samuele 1 17, 11)
Mentre egli parlava con loro, ecco il campione, chiamato Golia, il Filisteo di Gat, uscì dalle schiere filistee e tornò a dire le sue solite parole e Davide le intese. (Samuele 1 17, 23)
Saul ne fu molto irritato e gli parvero cattive quelle parole. Diceva: «Hanno dato a Davide diecimila, a me ne hanno dato mille. Non gli manca altro che il regno». (Samuele 1 18, 8)
I ministri di Saul sussurrarono all'orecchio di Davide queste parole e Davide rispose: «Vi pare piccola cosa divenir genero del re? Io sono povero e uomo di bassa condizione». (Samuele 1 18, 23)
I ministri di lui riferirono a Davide queste parole e piacque a Davide tale condizione per diventare genero del re. Non erano ancora passati i giorni fissati, (Samuele 1 18, 26)
Riguardo alle parole che abbiamo detto io e tu, ecco è testimonio il Signore tra me e te per sempre». (Samuele 1 20, 23)
Davide si preoccupò di queste parole e temette molto Achis re di Gat. (Samuele 1 21, 13)
Davide dissuase con parole severe i suoi uomini e non permise che si avventassero contro Saul. Saul uscì dalla caverna e tornò sulla via. (Samuele 1 24, 8)
Quando Davide ebbe finito di pronunziare verso Saul queste parole, Saul disse: «E' questa la tua voce, Davide figlio mio?». Saul alzò la voce e pianse. (Samuele 1 24, 17)
Cadde ai suoi piedi e disse: «Sono io colpevole, mio signore. Lascia che parli la tua schiava al tuo orecchio e tu dègnati di ascoltare le parole della tua schiava. (Samuele 1 25, 24)
All'istante Saul cadde a terra lungo disteso, pieno di terrore per le parole di Samuele; inoltre era gia senza forze perché non aveva mangiato niente tutto quel giorno e la notte. (Samuele 1 28, 20)
Quando fu di ritorno a Ziklàg, Davide mandò parte del bottino agli anziani di Giuda suoi amici, con queste parole: «Eccovi un dono proveniente dal bottino dei nemici del Signore»: (Samuele 1 30, 26)